Corsi di accettazione…

Esistono in linea di massima due tipologie di vendita: la vendita attiva, quella che spinge, meglio conosciuta nel settore delle vendite come vendita “push” e la vendita consulenziale, meglio conosciuta come vendita “pull”.

La vendita push, comporta il fatto di caricare con insistenza un prodotto o un servizio al cliente.

La vendita pull invece comporta un criterio totalmente diverso, all’interno del quale chi vende attira il cliente verso l’acquisto senza costringerlo.

In questo articolo, cercherò di spiegarti la differenza in modo tale che tu sappia regolarti quando tenteranno di venderti un “corso di vendita per accettatori” o un “Corsi di accettazione”.

E dopo aver letto questo articolo, ti divertirai a riconoscere il modo di vendere dei rappresentanti che vengono a trovarti in officina, ma soprattutto saprai riconoscere l’approccio corretto, perché ti renderai conto da quali venditori solitamente acquisti più serenamente.

La vendita push, è quel tipo di vendita che fa il venditore “vecchia scuola”, quello che la mattina si alza già carico di adrenalina, quello al quale hanno sempre detto che se non vende è colpa sua, quello che deve essere motivato, perché ha in mano un prodotto fighissimo che “si vende da solo”.

Quindi lui batte tutte le porte e apre sempre il catalogo anche se gli hai detto che non hai tempo o non ti serve niente.

Questo tipo di vendita è determinata da due fattori, uno è l’esperienza del venditore e uno è un aspetto psicologico.

C’è da dire una cosa inoltre, il venditore push si divide in due categorie: quelli bravi e quelli no.

Questa differenza è determinata da quanto è influente la personalità e il suo stesso senso di insistenza.

Quelli scarsi, non riesco a combinare un granché, danno sempre colpe all’esterno di loro stessi e portano a casa sempre risultati scadenti, fatto sta che nel giro di poco tempo, abbandonano la causa e si mettono a fare altro perché non hanno il carattere per fare un lavoro del genere.

Quelli bravi invece, sono persone affamante, persone avide e cascasse il mondo, se ce ne fosse necessità venderebbero anche la madre.

Questo tipo di venditori, nonostante portino ottimi risultati, hanno un modo di fare che ha delle limitazioni che vedremo di seguito.

  • Parte della del loro successo si basa sui numeri, ovvero mentre gli scarsi fanno 3 visite al giorno, i venditori che portano risultati ne fanno 10. Nessuno dice che la voglia di lavorare sia una cosa negativa, ma da questo punto di vista non significa che questo sia il metodo migliore.
  • Nonostante ce la facciano a portare a casa delle vendite, per la legge dei grandi numeri si ritrovano più spesso a ricevere dei rifiuti. A questo non c’è scampo.
    In questo tipo di vendita il cliente avrà sempre coltello dalla parte del manico, perché è il venditore che vuole parlare con lui e di conseguenza la vendita partirà sempre in una condizione di svantaggio da parte del venditore. Si imbatterà più volte su concetti del tipo “ci devo pensare” che mascherano semplicemente un “ora sento quanto mi fa la concorrenza”.

Quante volte hai detto ad un rappresentante ci devo pensare?

E cosa hai fatto dopo? Quante volte hai alzato il telefono per farti fare un preventivo da un altro? Quante volte il povero sfigato del rappresentante di turno è tornato da te con il preventivo ritoccato o una condizione di pagamento più vantaggiosa per te?

Ecco, immagina quanto tempo ha buttato via per rincorrerti magari senza battere chiodo.

Si ma Max cosa centra questo con il mio lavoro e il concetto di Vendere in Officina che tanto decanti?”.

Tranquillo che tra qualche riga ci arriviamo.

  • Come terzo punto, devo ammettere che ci sono dei venditori talmente bravi che nonostante la totale assenza di marketing da parte delle aziende che rappresentano, riescono a gestire persone che li respingono di continuo, portando comunque a casa dei buoni risultati. Ma questo tipo di qualità conta fino a lì, il cosiddetto “mordente” e il talento la fanno da padroni per riuscire a ottenere risultati, ma anche in questi casi, dove il venditore è bravo a vendere, possono nascere dei problemi. Quando uno è effettivamente bravo nelle vendite, tende a imporre le sue volontà rispetto a quelle del cliente e le conseguenze il più delle volte sono disastrose.

Ma veniamo a noi.

PERCHÈ UN CORSO DI ACCETTAZIONE TI FARÀ PERDERE UN CLIENTE DOPO L’ALTRO.

Se impari a fare una vendita aggressiva, quella che ti insegnano in questi corsi di accettazione, dove impari a “svuotare il caricatore” dei tuoi servizi quando hai il cliente di fronte, lo porterai ad acquistare prodotti o servizi all’interno della tua officina “contro la sua volontà“.

Ora parliamoci chiaro, non gli stai puntando una pistola e quindi lui non essendo in pericolo di vita, può dirti assolutamente di no.

Una vendita molto aggressiva però se condotta in maniera abile, forza il cliente ad accettare quello che gli viene proposto, quando in realtà non si sente pronto a farlo.

Fondamentalmente non è stato un acquisto consapevole e deciso congiuntamente a quello che potrebbe essere il suo vero bisogno o necessità per la sua auto, camion o furgone.

Istintivamente potresti anche sbattertene le palle, ma è il dopo che ti deve preoccupare.

Il cliente in questione sentirà effettivamente di aver acquistato “contro il suo volere“. Non ha accettato perché ha ragionato seriamente sulla questione o perché ha avuto modo di riflettere.

E soprattutto, non ti ha detto di si perché era consapevole di quello che stava facendo, ma solo perché tu lo hai convinto.

Quindi, in un secondo momento rifletterà sulla cosa e molto probabilmente si pentirà di averti autorizzato a cambiargli quel pezzo o a farti fare quell’intervento, che tu con insistenza lo hai convinto ad accettare.

A questo punto, se ormai è troppo tardi, ingoierà il boccone amaro e si ricorderà di te come quello che lo ha “intortato” per vendergli qualcosa, grazie a delle abilità non del tutto corrette che impari durante i corsi di accettazione, tenuti da chi si spaccia per esperto.

E alla successiva manutenzione, ci saranno buone probabilità che tu non lo veda più.

Corsi di accettazione

Corsi di accettazione

Ti capiterà molto spesso di vederti arrivare in officina rappresentanti che usano questo tipo di atteggiamento e sicuramente anche tu ragionerai come quel cliente.

Le persone odiano i venditori proprio perché, eredi di un sistema di vendita di merda, spingono come dei matti il cliente a firmare la copia commissione.

Le persone hanno una forte diffidenza quando si trovano qualcuno di fronte che viene percepito come venditore.

Se entri in un negozio e si avvicina il commesso chiedendoti “posso esserle utile”, tu senza pensare rispondi che stai solo dando un’occhiata, ma dentro di te vorresti urlargli a pieni polmoni: “fatti i cazzi tuoi!!!”.

Se una persona non ha una forte autostima, si sente in difficoltà e si sente a disagio di fronte ad un venditore.

Il più delle volte infatti, i venditori sono evitati proprio perché le persone non desiderano trovarsi in una situazione pericolosa, all’interno della quale temono di essere convinti ad acquistare qualcosa contro la propria volontà.

Per questo tu devi evitare come la peste i corsi di vendita per accettatori, perché ti portano volente o nolente, a fare questo tipo di vendita in officina.

La strada della vendita che io ti suggerisco di intraprendere, è quella che attrae il cliente.

COME ABBASSARE LE DIFESE DEL CLIENTE, GRAZIE ALLA VENDITA PULL.

Ti avverto subito che questo tipo di vendita è efficace solo se le viene affiancato un marketing in officina fatto come si deve, quindi come detto più volte, il marketing viene prima di tutto.

La prima fase nella vendita “pull”, come appena detto consiste in un marketing ben fatto e che ti porti clienti che ti percepiscano come LA SOLUZIONE.

È fondamentale che il cliente che richiede di parlare con te, ti percepisca come un professionista e non come uno che vuole assolutamente vendergli qualcosa.

La parola vendita in questo caso non deve nemmeno essere pensata.

Perché per quanto tu possa fare le cose in maniera professionale e diversa da tutti gli altri meccanici della tua città, resta comunque il fatto che il termine “venditore“, nella mente di quello che si ritrova dalla parte del cliente, è considerato come qualcosa di negativo.

Ma scusa Max, ma tu hai chiamato il tuo sito Vendere in Officina e ora mi dici che la parola vendita, vendere o venditore, non vanno bene?”.

Vendere in Officina nasce per insegnare ai meccanici a vendere, ma come leggerai di seguito non ti sta insegnando qualcosa in senso negativo o manipolatorio, ti sta insegnando a diventare un professionista anche quando sei di fronte al cliente.

Inoltre, non c’era un altro modo di chiamare Vendere in Officina. Già se l’avessi chiamato Marketing in Officina, avrei il 10% dei circa mille lettori al mese che passano da queste parti.

Ma torniamo a te…

Quando hai di fronte un cliente già preparato dal marketing che imparerai su questi articoli, le persone ti percepiranno come un consulente.

La vendita consulenziale è l’unica arma che devi impugnare quando hai il cliente di fronte a te.

Le persone verranno da te perché vorranno delle risposte, verranno da te perché sei percepito come il meccanico più adatto per le loro esigenze.

Quindi il cliente si aspetterà che INSIEME A LUI tu valuti quale sia la situazione più adatta, ti presenterà i suoi problemi e le sue esigenze che tu hai il dovere di capire e di fargli comprendere quale sia la soluzione migliore a riguardo.

Fargli una diagnosi gratuita non ti manderà in fallimento, ma lui abbasserà le difese e ti saprà riconoscere come autorità e ti riterrà un meccanico esperto.

Inoltre, verranno introdotti nel contesto due aspetti mentali molto importanti.

Perché dopo aver parlato ed analizzato assieme al cliente la sua situazione, sarai tu nella posizione di dire a lui se fai al caso suo.

E quando sei tu che decidi se lavorare o meno con quel cliente, il coltello dalla parte del manico è nelle tue mani.

Infatti, non verrai più percepito come qualcuno che vuole vendergli a tutti i costi qualcosa e mano a mano che il dialogo va avanti, lui sarà sempre più desideroso che tu riesca ad aiutarlo.

Sarà lui quindi che avrà un forte desiderio di acquisto.

E quando accade questa vera e propria magia, si arriva ad un vero e proprio cambio di ruoli, un vero proprio rovesciamento della trattativa in cui il cliente è desideroso di avere a che fare con te e di affidarti il suo mezzo di trasporto.

Ma come si fa a creare questo tipo di rapporto?

Per prima cosa bisogna partire da un concetto molto importante:

Quando il cliente non si fida del meccanico è perché è convinto che voglia vendergli qualcosa a tutti i costi.

Il concetto che hai appena letto qui sopra, devi piantartelo in testa una volta per tutte!

Prima ti metti in testa che il cliente non è scemo e che vuole solo risparmiare, prima comincerà la tua ascesa professionale come MECCANICO VENDITORE.

Perché se non porti avanti la tua trattativa in modo consulenziale basandoti su questo principio, se abbandonerai la strada che ti sto tracciando, qualsiasi negoziazione che farai sarà condannata ad essere fallimentare.

Il vero problema è composto dal fatto che il cliente è diffidente, quindi mentre tu sei lì che spieghi in maniera tecnica che sei più bravo degli altri, lui non ti sta nemmeno ad ascoltare.

Per questo che dico e non finirò mai di ribadire, che tu devi attrarre alla tua officina solamente clienti pre-qualificati dal tuo marketing.

Non puoi lavorare con persone paranoiche che come unico pensiero hanno in testa “non devo farmi inculare, non devo farmi inculare, non devo farmi inculare…”.

Corsi di accettazione

Corsi di accettazione

Perché se lavori con questi clienti pre-qualificati, hai la tranquillità, nel caso in cui ne arrivi uno nuovo o fuori target, di poterti prendere il tempo che vuoi per fargli capire che la tua intenzione non è vendere qualcosa a tutti i costi.

Solo così avrai il tempo di rassicurare il nuovo cliente.

Questo è il perno della vendita fatta in maniera professionale.

Per vendere non è necessario fare dei corsi sulla manipolazione o possedere grandiose tattiche di controllo mentale, tanto meno di usare merdose leve sovrumane di ogni tipo.

Se metti il cliente in una condizione di tranquillità, lui ti ascolterà veramente e senza pregiudizi di alcun tipo. E se il cliente ti ascolta realmente, allora viene estremamente semplice persuaderlo in maniera etica a prendere la strada corretta (tecnicamente parlando).

Si deve quindi sfondare una barriera emozionale in modo tale che possa uscire la parte razionale.

Ma quindi Max come facciamo per poter rassicurare il cliente in maniera che si fidi di noi?”.

Eccoti servito…

LA VENDITA CONSULENZIALE

Partiamo dal presupposto che le persone non hanno nessuna voglia di parlare con un venditore, parlare con un consulente invece, riduce di molto la barriera delle difese.

Non sei tu che vuoi vendere, è il cliente che vuole comprare e questo succede grazie al marketing che hai precedentemente attuato.

SPECIFICA CHE NON SEI DAVANTI A LUI PER VENDERE, MA SOLO PER POTERLO AIUTARE

La verità paga sempre!

Il cliente vuole una persona che sia chiara e che dica sempre la verità. Quindi non limitarti a non fagli pressione o a tranquillizzarlo, ma parlagli chiaro e digli direttamente in faccia che non sei lì per vendergli qualcosa tutti costi e che se dopo aver analizzato la sua situazione in termini tecnici ed economici, scoprirai che non fai al caso suo, lo saluterai o sarai tu il primo a segnalargli un’altra officina che rappresenti le sue aspettative.

Se fai questo, il cliente si rilasserà ancora di più, perché apprezzerà la tua onestà e il tuo comportamento e a questo punto, si fiderà ancora di più.

Inoltre, quando lo metti di fronte al fatto che tu certi tipi di interventi non li fai, sottolinei il fatto che sei molto specializzato in quello che hai scelto di fare.

Risulterai ancora più esperto ai suoi occhi.

AMMETTI I TUOI LIMITI

Se durante la contrattazione parli continuamente di quanto è figa la tua officina e quanto poco costi rispetto agli altri, il cliente automaticamente comincerà a chiedersi, da buon italiano, da quale parte arriva la fregatura.

Parti dal presupposto che devi focalizzare la tua officina, come descritto in diversi articoli di questo blog, quindi accetta il fatto che non puoi andare bene per tutti.

SE IL CLIENTE NON SI DECIDE, CHIUDI TU LA CONVERSAZIONE

Se dopo un po’ che discuti con il cliente, ti sembra che la trattativa non vada da nessuna parte, sappi che è il momento di bluffare.

Quindi chiudi la conversazione spiegando che se non è convinto, molto probabilmente la tua officina non è il centro assistenza che fa per lui e di conseguenza non ha alcun senso continuare a parlarne.

A questo punto, se il cliente si mostra sorpreso della tua chiusura della questione, sappi che hai colpito nel segno ed è il momento per rientrare nella parte, garantendogli la massima esperienza o sfoderando una garanzia o un servizio diverso da quello che può trovare nel mercato.

Questa mossa, riconfermerà nella sua mente che tu non sei lì a vendergli qualcosa ad ogni costo e sgretolerà il pensiero che tutti i clienti hanno, ossia: “il cliente non si fida del meccanico perché è convinto che voglia vendergli qualcosa a tutti i costi”.

Prima di chiudere, lasciami ribadire il fatto che devi uscire da quella mentalità “vecchia scuola”, dove bisogna portare a casa più lavori possibili anche a prezzi stracciati e con modalità di pagamento castiganti per te.

Perché questa geniale strategia ti porterà nel più breve tempo possibile a rimanere con i conti in banca vuoti e con le relative conseguenze.

Se invece applicherai quanto riportato qui su Vendere in Officina, sarai sorpreso dai risultati che potrai ottenere già da domani mattina.

Corsi di accettazione

Corsi di accettazione

Ma tutto questo, avviene solamente se prima crei un marketing specifico per portare il cliente giusto da te e per fare questo, io ti aiuterò con dei corsi di formazione dove ti insegnerò le strategie di marketing specifiche per autofficine, che sto attualmente testando in gran segreto, con un numero ristretto di autoriparatori.

Perché quello che voglio io, è far sì che quando il cliente arriva in officina da te, ti consegni le chiavi e ti dica:

fai quello che c’è da fare”.

Ci rivediamo da queste parti…

P.S. Se non vuoi perdere nessun aggiornamento, ti consiglio di iscriverti su Facebook a Vendere in Officina – Il Gruppo, cliccando qui.

La maggior parte titolari di officina, quando affrontiamo argomenti di marketing, il più delle volte non si rende conto di un aspetto indispensabile.

Di fatto prima di cominciare ad affrontare questi argomenti con me, sono certi che il marketing e l’acquisizione clienti siano la stessa identica cosa.

E se andiamo più nel dettaglio, sono convinti che il marketing serva ad acquisire il maggior numero di clienti possibile.

Questo è dovuto ad un sistema “vecchia scuola” che con una certa ingordigia ha sempre insegnato che “ogni buco è trincea”.

Non fraintendermi, quella che in termine tecnico si definisce “lead generation”, ossia la generazione di una lista di contatti potenzialmente interessati ai tuoi servizi di officina, è di certo una funzione importante nel marketing, ma non è la sola cosa da fare.

Perché acquisire clienti potenzialmente interessati è un’attività riduttiva.

E in questo articolo cercherò di spiegarti il perché più che concentrarti su quanti clienti dovresti attirare a te, è più importante che tu decida quali.

LA DOMANDA DA PORSI È: QUALI O QUANTI?

  • Quanti clienti nuovi o targhe nuove stiamo gestendo rispetto all’anno scorso?
  • Quanti clienti abbiamo perso?
  • Quanti clienti hanno cambiato auto, camion o furgone e sono andati alla concorrenza o in concessionaria?

Queste domande sono valide e non solo bisogna darsi delle risposte per migliorare il servizio nel caso ci siano più clienti andati alla concorrenza, rispetto a quelli rimasti, ma le risposte devono essere classificate in più gruppi per capire cosa sta succedendo intorno alla tua officina.

Per quanto riguarda la parte qualitativa invece, non viene molto concepito dal titolare di officina che il marketing opera pesantemente sul tipo di clienti che passano dentro al suo portone.

Il titolare di officina che si avvicina alla materia di marketing, commette questo errore perché non capisce che l’infinità di preventivi senza portare a casa nessun lavoro, è dovuta a un marketing sbagliato o inesistente.

Per quale motivo?

PERCHÈ NON CHIUDI NESSUN PREVENTIVO?

Mettiamo il caso che il meccanico Gino, stanco di lavorare alle dipendenze di Piero, decida di mettersi in proprio creando la “Gino Brugola Autoriparazioni”.

Tendenzialmente questa persona, che cosa fa nel momento in cui decide di entrare nel mercato?

Prima di tutto dovrebbe farsi due conti su quanto deve capitalizzare e soprattutto su quale dovrebbe essere il ritorno economico.

Poi comincia a ragionare sugli sconti con i quali riesce ad acquistare i ricambi e a quanto potrebbe venderli e con dei calcoli immaginari sa quanto potrebbe guadagnare da questa operazione, sommati alle ore di manodopera.

Quello che gli rimane, generalmente lo spende per qualsiasi cosa tranne che per il marketing.

Di solito questo è il percorso intellettivo del titolare di officina!

Ti ci ritrovi?

A questo punto deve attuare la GRANDE strategia del “giusto rapporto qualità prezzo”, perché è convinto di essere un genio.

Quindi come si muove?

Comincia ad indagare a quanto vendono la manodopera nelle concessionarie e nelle altre officine del quartiere.

Attento perché qui esce il genio…

Con questi dati, che sono il risultato di mesi di spionaggio, cosa farà il buon Gino Brugola?

Taaak! Si pianta nel mezzo facendo una media!

Ecco come nasce il “miglior rapporto qualità prezzo”.

Peccato che il mercato non funziona in questa maniera e questa strategia condanna l’azienda al fallimento.

Questa fantascientifica strategia ti condanna alla “guerra del prezzo”, l’unica battaglia dove non esiste un vincitore ma solo un numero infinito di perdenti.

Perché nella “guerra del prezzo”, anche chi riesce a lavorare di più alla fine muore di fame, perché senza una specializzazione e senza un posizionamento, non si è nient’altro che una copia malfatta del leader, destinata a sparire come tutte le altre officine che non sono altro che la copia, della copia, della copia…

Si ma allora Max cosa dovrebbe fare Gino Brugola Autoriparazioni per riuscire a lavorare decentemente e senza fallire?”.

Allora, partiamo dal presupposto che il cliente non è scemo, è solo che statisticamente parlando tende ad essere basso splendente. Per tanto vuole giustamente risparmiare il più possibile.

Ma questo non vuol dire necessariamente che voglia il servizio più economico che esiste, desidera per lo meno non spendere troppo in cambio di una qualità media, un qualcosa di accettabile per la bassa spesa insomma.

Quindi, con questo pensiero in testa ti confronta.

E se ci pensi, la stessa cosa la fai anche tu se devi acquistare qualsiasi cosa, dentro e fuori dalla tua officina.

Ogni volta che passa il rappresentante di turno a venderti lo “Svitol”, tu gli rompi le palle perché da un altro lo paghi 3 centesimi in meno.

Se invece sei abituato ad usare il miglior sbloccante che c’è nel mercato e che costa il doppio o il triplo dello “Svitol”, tu continui ad usare quello che costa 3 volte tanto, perché ne hai capito le caratteristiche e hai capito che tra uno “Svitol” che non serve a nulla e uno sbloccante che funziona, il prezzo non è un problema.

Tutte le persone che si recano in un’officina hanno lo stesso atteggiamento di cui sopra.

Quindi hai voglia a portare a casa i clienti con la strategia stupida del “ti do il servizio del concessionario ma ti costa di meno”.

Ma che roba è questa?

Questo ragionamento funzionerebbe se tu fossi il solo farlo e potresti anche permettertelo, tanto mica devi rispettare tutti gli standard che deve smazzarsi il concessionario.

Ma siccome non sei il solo, perché ci sono migliaia di genialoidi che usano la tua stessa strategia, inevitabilmente i tuoi guadagni continueranno a crollare fino a che il cliente non diventa l’unico a trarre un vantaggio, e tutte le officine verranno sgozzate in questa sanguinosa guerra del prezzo, alla quale io ho deciso di porre fine creando Vendere in Officina.

Te ne rendi conto che il cliente fa questo vero?

Sei consapevole che quando entra in concessionario non batte ciglio, mentre a te rompe il cazzo per una lampadina da 5W!

Quando ti contatta e ti chiede un preventivo, nella maggior parte dei casi è perché ai suoi occhi tu sei uguale a tutti gli altri.

Se hai un amico gommista, prova a chiederglielo. Chiedigli quante volte dice il prezzo delle 195/60R15.

Lo sa a memoria , perché lo dice almeno 20 volte alla settimana e così anche per le altre misure del pneumatico.

Se non capisci che ti devi posizionare, passerai la vita a fare preventivi che non chiuderai mai!

Quando il cliente ti chiede un preventivo, lo ha già chiesto anche agli altri, ti chiede quanto costa e cosa gli fai.

E quando ha fatto il confronto con te e altri 5 a cui ho già chiesto prima di te, a parità di servizio l’auto la porterà a chi gli fa meno.

È qui che entra in gioco il marketing, fermando questo automatismo schifoso e proteggendo il titolare di officina dal mattatoio del prezzo più basso.

LA FUNZIONE SCONOSCIUTA DEL MARKETING

Il marketing è fondamentale per acquisire clienti non solo dal punto di vista quantitativo, ma anche e soprattutto da un punto di vista qualitativo.

Le attività di marketing ti permettono di selezionare i clienti che vengono da te, in modo tale da farti investire al meglio il tuo tempo e soprattutto i tuoi soldi verso le persone con le quali vuoi veramente lavorare.

Se non fai marketing, arrivano da te cani e porci!

Se non sei focalizzato, non riesci a trasferire alle persone il valore del tuo servizio, che fa passare la “questione prezzo” in secondo piano e quindi entreranno nella tua officina in gran parte individui che si lamenteranno del prezzo e che la maggior parte delle volte ti faranno perdere tempo senza farti guadagnare nulla.

Perché se i clienti non vengono educati dal marketing, nemmeno si “auto-selezionano” da soli e come conseguenza, arriveranno da te persone abituate al solito modo di pensare, ovvero: “vediamo tra tutti chi costa meno e mi dà di più”.

Quando ti arriva un cliente di questo tipo, il tuo lavoro con lui parte molto male.

E senza marketing arrivano quasi tutti così..

COME EVITARE QUESTA SITUAZIONE?

Ovviamente attraverso la focalizzazione e attraverso la preparazione del cliente con il materiale di marketing.

Perché se il cliente ti percepisce come una persona esperta in una specifica nicchia del settore Automotive, ti categorizzerà come l’unico in grado di aiutarlo a risolvere il problema o a tenergli l’auto in perfette condizioni.

Per questo motivo, si approccerà a te in modo diverso.

Il potenziale cliente deve essere educato a capire che per una serie di motivi, il tuo intervento è la migliore soluzione che può trovare e che, proprio per questo il tuo prezzo è più alto. E nel momento in cui gli presenterai il conto o il preventivo, non ti romperà le palle con un devastante “si può fare un po’ meglio?”.

Deve essere preparato a pensare che il prezzo è giustificato e se vuole la soluzione migliore allora viene da te e paga per quello che costi.

Capisci il senso, no?

Il marketing consente di ottenere proprio questo effetto, anche se fai il meccanico e sei convinto che il marketing a te non serva.

Devi metterti in testa che il marketing è il sangue per la tua officina, non puoi vivere senza sangue.

Inoltre, come spiegato su questo articolo, il marketing seleziona i clienti che arrivano in officina, i quali sono consapevoli dell’utilità che puoi avere per loro e di conseguenza qual è il tuo valore economico.

Questo è quello che voglio insegnarti con Vendere in Officina.

E se rimarrai qua dentro, imparerai delle strategie da attuare subito per mandare i clienti peggiori a far fallire i tuoi concorrenti, mentre tu con la tua specializzazione, riuscirai grazie ai clienti migliori a impugnare la vita che ti meriti.

La missione di Vendere in Officina, è quella di insegnarti a gestire al meglio la tua officina, prima che sia lei a gestire la tua vita.

Alla prossima.

 

Il tema della pubblicità è una delle cose che affligge il meccanico e lo divide in più punti:

  • La miglior pubblicità è il passaparola,
  • La pubblicità non serve a niente;
  • Come faccio a farmi pubblicità?

Solitamente il “come farsi pubblicità in officina” è un tema molto ostile e se non arriva il pubblicitario di turno a trovare il meccanico, il più delle volte questo argomento viene letteralmente ignorato.

Non c’è da stupirsi di questo atteggiamento da parte del titolare di officina.

Perché la maggior parte delle officine ricade nella categoria “microimprese”, non possono nemmeno essere definite piccole imprese e non le possiamo nemmeno considerarle medie imprese, ovvero non rientrano nella categoria delle cosiddette PMI.

Ovvio poi ci sono i grossi concessionari, ma le micro officine sono una fetta molto più grossa.

Solo per farti un’idea, sono considerate microimprese tutte le aziende che comprendono meno di 10 operatori e non superano i 2 milioni di euro di fatturato. Le partite iva che rispettano questa descrizione sono oltre i 4 milioni, andando a rappresentare per la quasi totalità della vera economia che spinge e sorregge il nostro paese.

Come già detto altre volte, le piccole e micro officine nascono da una forte pulsione interna al meccanico specializzato, che stanco di lavorare “sotto padrone”, decide di lavorare per sé stesso.

Questo fattore un po’ romantico in realtà peggiora la situazione, poiché se sei un bravo meccanico, non comporta automaticamente che tu sia un bravo imprenditore che sa Vendere in Officina.

Essere un bravo meccanico ti rende molto abile nel risolvere i problemi alle auto dei tuoi clienti, ma quando si parla di come promuovere la tua officina e quindi come trovare nuovi clienti o vendere di più a quelli che hai già, cominciano le difficoltà.

Se hai le “mani d’oro” e pochi clienti, la tua officina potrebbe essere spazzata via con un soffio di vento.

Inoltre i titolari di officina avvezzi a farsi pubblicità, negli anni si sono sempre rivolti a delle figure poco conformi all’obbiettivo finale:

  • Venditori di pubblicità;
  • Agenzie pubblicitarie;
  • Agenzie di comunicazione.

Nessuna di queste tre è la via corretta…

Vediamo insieme il perché e come rimediare alle reali possibilità e bisogni di un’officina in termini di pubblicità.

COME PUOI FARTI PUBBLICITÀ SE HAI POCO BUDGET

Partiamo dal presupposto che la maggior parte dei titolari di officina, non mette sul piatto nessun tipo di risorsa per farsi pubblicità e per attirare nuovi clienti.

Questo comportamento è portato dal pensiero che la pubblicità sia una cosa riservata solo alle grandi aziende, che i soldi per la pubblicità siano buttati via e che non serva a nulla.

E da una parte, i titolari di officina che ragionano in questo modo hanno ragione.

Perché se compri pubblicità da un’agenzia o dal venditore di turno, ti limiti a comparire sul un giornalino di paese, in una radio o in una televisione locale, senza uno studio preciso fatto prima. Oppure puoi trovarti di fronte ad un team di cialtroni che si limitano a copiare il marketing e la pubblicità che viene fatta dalle grandi aziende, spesso multinazionali, con brand e capitali inarrivabili per te che sei il titolare di officina.

Quindi si finisce per spendere una marea di soldi su idee intangibili come “immagine” ed “espansione del marchio”.

Il problema è che copiare il marketing fatto dai grossi gruppi è una scelta incosciente.

Se consideriamo che le grandi aziende hanno le loro ragioni, non perfettamente ortodosse, per fare marketing creativo, di immagine o istituzionale, in qualità di piccolo imprenditore dovresti seguire una via pubblicitaria molto diversa.

Lo scopo di un piccolo imprenditore che investe in pubblicità, non è quello di comunicare al paese che “esiste”, ma è trovare più clienti per vendere di più.

Quando una grande azienda assegna un budget per una campagna pubblicitaria rivolgendosi ad un’agenzia, come priorità ha nell’ordine:

  1. Compiacere i membri del consiglio di amministrazione e i vari direttori;
  2. Farsi vedere fighi dai fornitori e dai partner, costruire la brand identity;
  3. Aumentare le vendite.

Quando invece l’agenzia di pubblicità si aggiudica la campagna pubblicitaria, ha come obiettivi in ordine:

  1. Il suo fatturato;
  2. Compiacere a chi decide in modo tale da farsi richiamare per la prossima;
  3. Usare l’azienda come scopo per farsi pubblicità (Noi lavoriamo anche per…);
  4. Se riescono a fare in modo che tu venda di più bene, sennò amen;

Da questo sistema, se hai una piccola realtà devi starne alla larga.

Il tuo obbiettivo è trovare più clienti ai quali vendere di più, già da domani mattina.

Fine.

Ora sai che l’obbiettivo di una campagna di marketing di un grosso gruppo, è ben diverso dall’obbiettivo di marketing che dovresti avere tu per vendere in officina.

Se comunque decidi di contattare un’agenzia per gestire il tuo marketing, anche se in realtà dovresti farlo tu, di seguito ti descrivo due passaggi molto stretti, all’interno dei quali devi guidare il pubblicitario di turno per rendere più efficace il marketing in officina.

  • Ogni euro che spendi in marketing per l’officina, dovrà essere tracciato e ne dovrai misurare il rientro. Non potrà quindi, essere investito con il pensiero scemo: “speriamo che porti qualcosa”.
  • Se non porta niente una determinata azione, si deve subito sospenderla.

Sono due concetti semplicissimi, ma guarda caso non ci pensa nessuno.

LA PUBBLICITÀ DEL MECCANICO:
I DIECI COMANDAMENTI

Da domani mattina, qualsiasi azione pubblicitaria per la tua officina sarà strutturata seguendo queste regole.

Qualsiasi forma pubblicitaria tu voglia fare, che sia online o offline, che sia su Facebook o nei volantini che mandi in giro con il postino, dovrà attenersi a questo ferreo regolamento.

Ma questo non lo devi fare perché te lo dico io, lo devi fare perché il conto in banca è intestato a te! Sapere che il meccanico butta via i soldi a caso, senza utilizzare delle matrici che ora sto per regalarti in modo tale che impari a fare marketing per la tua officina, mi fa realmente dispiacere.

Per imparare a vendere in officina come si deve, questi sono i dettami segreti che devi seguire:

  1. Qualsiasi azione pubblicitaria o di marketing per l’officina che farai, conterrà sempre una “call to action” (richiamo all’azione).
    Fai questa azione ora per…”.
  2. La tua campagna conterrà sempre un motivo per far agire il cliente SUBITO!
    Una quantità limitata, un’offerta a scadenza, uno sconto per venire prima a fare un controllo stagionale.
  3. I richiami all’azione dovranno essere chiari e precisi. Metti più volte le istruzioni per agire subito. Spiega bene cosa succederà poi, come se dovessi spiegarlo a tuo nonno di 80 anni. Sii ripetitivo!
  4. Che sia un volantino, una sponsorizzata su Facebook, una pubblicità su un giornalino locale, o qualsiasi altra forma di pubblicità per la tua officina, dovrà contenere un sistema di misurazione del ritorno. Terrai in considerazione solo le attività che potrai tracciare e le altre le lascerai perdere.
    Qualsiasi tipo di sponsorizzata online, farà atterrare il cliente in una pagina o più pagine specifiche del tuo sito web. Non farai mai atterrare il traffico a pagamento sulla home del tuo sito.
    Se l’offerta prevede un “chiama ora”, non metterai il tuo numero di telefono ma utilizzerai un numero verde dedicato, in modo da tracciare se le telefonate arrivano o meno dalla campagna.
    Se la tua campagna è offline, il cliente che vorrà aderire dovrà portare con sé la lettera o il buono che gli hai inviato e consegnartelo. In questo modo riuscirai a capire a fine della campagna quanti buoni sono rientrati e di conseguenza quanto ti è costata l’acquisizione cliente.
  5. Non farai mai pubblicità tradizionali, dove appare il tuo logo o la foto della tua officina per “farti conoscere”, ma lavorerai solamente facendo marketing per l’officina a “risposta diretta”.
  6. Non farai alcun tipo di pubblicità per l’officina senza una pianificazione a lungo termine.
    L’azione pubblicitaria non sarà fine a sé stessa, ma continuerà per un tempo deciso prima e valutato con dei test.
    Ogni attività fatta online, avrà lo scopo di acquisire il contatto del cliente e poi lo continuerai a tracciare grazie a degli strumenti di “remarketing“.
  7. La pubblicità in officina non conterà alcun tipo di idiozie creative e non userai mai slogan stupidi e senza senso. Spiegherai le cose da professionista e non da scemo.
  8. Sarai sempre consapevole che il tuo obbiettivo è quello di vendere in officina, quindi ogni azione che farai avrà come unico scopo quello di portare il cliente a fare un passo verso la tua officina.
  9. Terrai lontane frasi del tipo “giusto rapporto qualità prezzo”, “qualità e cortesia” e “azienda giovane e dinamica” da ogni tipo di azione di marketing per la tua officina. Comunicherai invece la tua specializzazione che si rivolgerà ad un target di clienti ben definito.
  10. Sarai sempre consapevole che il tuo obbiettivo principale non è quello di riparare le auto, ma è quello di trovare clienti. Per fare questo, ti muoverai in modo da avere sempre sotto controllo i dati di tracciamento dei risultati delle tue attività di marketing.
    Fino a che non avrai il sistema per avere un flusso costante di clienti, continuerai a testa bassa fino a quando non avrai trovato la via giusta. Senza arrenderti!

COME FARSI PUBBLICITÀ SCEGLIENDO IL GIUSTO STRUMENTO

Sicuramente c’è una grossa tendenza a lavorare con strumenti online, ma fossi in te, con la banca dati dei miei clienti di fronte, con gli indirizzi fisici in mano, io non trascurerei il fatto di muovermi anche offline.

Come muoversi online.

Partiamo dal presupposto che le ricerche su Google con le parole “meccanico o officina a NOME PAESE” sono irrilevanti, la media è di circa 30 ricerche al mese su città tipo Milano.

Quindi possiamo tranquillamente ragionare sul fatto che le persone non cercano il meccanico su Google.

Perciò nel caso come il nostro, considerando che non c’è una domanda consapevole forte, va impostato un tipo di campagna che vada ad intercettare la domanda latente, ossia le persone che per interessi affini potrebbero essere interessati ai servizi offerti dalla tua officina.

Questo si può fare tramite una campagna su Facebook.

Come muoversi offline.

Andando offline, il discorso è lievemente diverso: se vuoi andare ad intercettare con dei volantini le persone di un determinato luogo, devi aggredirlo con la tua pubblicità offline progettata grazie ai 10 comandamenti che hai appena letto.

Se invece vuoi riattivare dei clienti che non vedi da un po’, non c’è nulla di più efficace di una lettera o più lettere spedite direttamente a casa.

Se stai pensando che la carta non sia più efficace perché ora siamo nell’epoca del digitale, ti comunico che Netflix ha appena strutturato una rivista cartacea con i film in programmazione, Sky l’ha sempre avuta.

In tutti e due i casi, si possono vedere i film in programmazione nel sito o tramite App, ma la carta ha tutto un altro sapore.

A differenza di una mail ad esempio, una lettera cartacea che contiene un’offerta specifica, difficilmente verrà cestinata subito. Inoltre una mail si perde tra le altre 50 che riceviamo quotidianamente.

La carta non morirà mai.

COME PROMUOVERTI ORA CHE SEI CONSAPEVOLE DI COME STANNO LE COSE

A questo punto, credo ti sia abbastanza chiaro che se ti dovessero porre la domanda “Come fare pubblicità in officina” la risposta è una sola:

Bisogna portare il cliente in officina con delle attività che si possono misurare.

In base alle attività che devi fare, devi scegliere lo strumento più adatto.

Lascia stare tutti i Digital Media Manager di stocazzo e concentrati su quello che è il tuo obbiettivo finale.

Meno ti sforzerai di capire come fare pubblicità in officina nel modo corretto, più la tua impresa sarà a rischio.

Il tuo obbiettivo principale non è riparare auto, il tuo primo obbiettivo è imparare a fare marketing per autoriparatori. Capito questo, automaticamente arriverai a quella che è la tua vera missione: Vendere in Officina.

A presto!

Non mollare mai…